Ecco qual'è il principio dell'analisi transazionale |
Per riflettere su quanto esposto, dovremmo chiederci: "perchè lo psicologo prima di avere una certezza su di noi, impiega dalle 3 alle 7 sedute?
L'osservazione delle relazioni tra le persone rileva che le persone mutano secondo le situazioni, atteggiamenti, punti di vista, voce, vocabolario e atri aspetti del comportamento.
Ognuno di noi cambia continuamente stato ovvero i propri sentimenti e il proprio comportamento in relazione all'ambiente, alla situazione in cui si trova e,
più in particolare, alla percezione che ha della situazione, Uno studioso, BERNE, ha elaborato un modello che permette la comprensione degli stati della persona (noi e l'altro) nelle diverse situazioni:
- Stati del genitore: la persona in azienda è impegnata a dare delle regole, a dire come si devono fare le cose oppure assumere atteggiamenti protettivi. Il genitore affettivo usa gesti generosi ed invitanti, voce carda e rassicurante braccia aperte ed espressioni del tipo "Ti aiuto io", "Va molto bene", "Ci riuscirai". Il genitore normativo (manager) assume un contegno severo. La rigidità del suo corpo esprime la sua inclinazione alla valutazione e al giudizio. Espressioni come: "Ridicolo", "Difetto", "Qualità", "Devi", "Non devi", sono consone al ruolo.
- Stati dell'adulto: La persona è orientata ad una valutazione obiettiva della realtà. La voce regolare, lo sguardo è neutro e diretto. Il manager valuta i dati di cui dispone (chi? come? dove? quando?). Le espressioni che usa sono: "E' possibile che", "Penso", ecc. Nei feedback il manager è specifico sia nella critica che nell'elogio. Dice esattamente come stanno le cose e come deve esser fatto o non fatto.
- Stati del bambino: la persona si comporta da bambino adattato (dolce e remissivo), spontaneo (ride, grida, piange,) ribelle (rabbioso o creativo), spontaneo, molto a contatto con i sentimenti, l'energia e la creatività. Le espressioni sono "Accidenti", "Urca", "Che bello", vive di piacere ed entusiasmo. Ecco come fa il bambino spontaneo. Il bambino ribelle, invece dice: "No", "Ma", "Voglio", gesti bruschi e voce molto energica. Il bambino creativo si esprime con l'attività artistica, sguardo vivace e parole che vogliono scoprire il mondo: "Come", "Perchè", "Per funzionare di cosa ha bisogno".
Ho ritenuto parlare di ciò perchè diventa per noi molto importante capire la persona che abbiamo davanti: che sia essa un nostro superiore in azienda o un nostro collega o semplicemente un amico o una persona con cui andiamo a cena. Ed è proprio questo il caso che mi ha spinto a parlare di ciò.
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