La scelta del canale di vendita può determinare il successo nella distribuzione del prodotto |
- i quantitativi di acquisto, cioè la capacità dell'intermediario di assorbire una determinata quantità di prodotto mediante un singolo ordine;
- i tempi di distribuzione, ossia la capacità di un intermediario di rendere fruibile un determinato prodotto/servizio al consumatore finale;
- l'accesso, ovvero la diffusione, presenza e disponibilità territoriale dell'intermediario in relazione al contenimento dei costi di spostamento e di tempo impiegato dal cliente finale per entrare in possesso del bene;
- l'ampiezza legata all'assortimento in termini di gamma e di profondità volta ad assicurare la maggiore possibilità di scelta;
- i servizi accessori legati al numero e alla qualità di servizi erogati dall'intermediario. Per esempio: pagamenti con credito al consumo, rateizzazione pluriennale, consegna al domicilio, assistenza post-vendita,ecc.
La scelta della lunghezza del canale deve inoltre tenere in considerazione:
- le caratteristiche del prodotto (deperibile, voluminoso, non standardizzato, ad alto valore unitario, ecc);
- le caratteristiche della concorrenza (stessi canali, canali alternativi, storicità di rapporti distributivi già consolidati nel tempo con concorrenti);
- le caratteristiche dell'impresa (dimensioni, risorse finanziarie, ampiezza e profondità della gamma).
Riassumendo, possiamo pensare ad un canale lungo per:
- semplificare l'organizzazione distributiva;
- limitare il numero dei clienti intermedi;
- contenere i costi;
- ridurre l'investimento (soprattutto in fase di lancio di un prodotto a potenziale alto volume);
- estendere la copertura a zone lontane;
- estendere la copertura a clienti a basso potenziale.
Possiamo pensare a un canale corto per:
- beni deperibili;
- zone limitate;
- zone concentrate economicamente/geograficamente;
- prodotti a valore unitario elevato;
- utilizzatori numericamente limitati;
- gamma ampia e omogenea.
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