La mia storia

Considerare il lavoro come la panacea di tutti i mali

Avete mai visto un orologio all'interno di un casinò?
Il saggio e anziano sovrano ha colpito nel segno: "Quando gli uomini impareranno che se vogliono occupare un posto al sole dovranno aspettarsi qualche vescica, avranno realizzato i loro sogni".

Il lavoro è il prezzo che sosteniamo per viaggiare nelle strade del successo. Possiamo stare attenti a non rimetterci anche la camicia, rimboccandoci le maniche. Molte persone credono che il successo dipenda dalle ghiandole, e hanno ragione se si riferiscono alle ghiandole sudorifere.

Non importa quanto possa essere scorrevole e facile il viaggio, alcuni resteranno indietro. Allo stesso modo, per quanto sia arduo andare avanti, certe persone avanzeranno con decisione. Come afferma un vecchio detto: Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare.

Ho sempre sostenuto, e con me molte altre persone molto più autorevoli, che il lavoro dovrebbe essere
divertente e fonte di gioia. Secondo la valutazione psicologica condotta da Greenberg, su oltre 180.000 individui, circa l'80% di loro va al lavoro di malanimo ogni giorno. Non amano semplicemente ciò che fanno. È tragico. Non sorprende se otteniamo performance di second'ordine e spesso merce di terz'ordine.

Spesso mi meraviglia il numero di persone che rispondono a domande sul loro lavoro con uno stato d'animo totalmente negativo. Chiedi a qualcuno come sta e probabilmente ti dirà: "Visto e considerato che è lunedì, non malaccio". Oppure: "Benissimo, dato che è venerdi". È Deplorevole che circa l'80% degli orologi vengano usati per dire alla gente quando smettere di lavorare. Non c'è da stupirsi se prevale la brama di lasciare l'ufficio, piuttosto che la brama di lavorare in ufficio.

A Las Vegas, all'interno dei lussuosissimi casinò, dove ci sono quelle centinai di congegni che mirano a separare il cliente dal suo denaro, non riesci a trovare un solo orologio. Neanche uno. Il motivo è ovvio: il gioco assorbe i giocatori a tal punto che dimenticano completamente il tempo. Di conseguenza, molte persone giocano finchè non hanno perso tutto o finchè non si addormentano letteralmente sui tavoli.

Credo che se quei giocatori fossero assorbiti completamente dalla loro carriera, potrebbero acquisire i beni materiali e soddisfare i loro bisogni psicologici che non potranno mai soddisfare in un tavolo da gioco.

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