Una provocazione: ”10 secondi per rispondere a
questa domanda: “Qual è il patrimonio fondamentale dell’azienda?”
Certo… noi, manager navigati, avremo già
risposto! Ma è una di quelle classiche domande posta decine di volte agli
studenti dei primi anni di università, a cui, in genere loro, gli studenti non azzeccano. Dicevo,
in genere non ci prendono, in genere parlano di finanza, di prodotto, di macchinari…
poi … inducendo al pensiero “creativo” (ma non troppo) ecco l’illuminazione…
Qualcuno sussurra dal fondo dell’aula, coperto
dagli altri studenti quindi poco visibile, a voce bassa e quasi vergognandosi
dell’idea, dice: “IL CLIENTE”.
Ebbene sì, IL
CLIENTE!
Ora ragionando sul perché è evidente: una
Impresa non ha senso di esistere se non ha clienti. Una azienda NON ESISTE
senza clienti.
Michael LeBoeuf diceva: “Il più grande patrimonio di ogni azienda sono i suoi clienti, perchè
senza clienti non c’è azienda”. Da qui, la palma res del PATRIMONIO
FONDAMENTALE. Se il cliente sceglie un altro… finisce il business!
Ma quindi allora, la seconda domanda: “il
cliente, lo trattiamo davvero come patrimonio?” Ci siamo chiesti cosa significhi
trattarlo come patrimonio?
La risposa stavolta la do io: “la risposta
molto spesso è, No!”. Sì ,molto spesso
non lo trattiamo affatto come “IL
PATRIMONIO”. Spesso, il cliente, lo
si tratta con presunzione: non gli chiediamo cosa voglia, cosa desideri, eppure supponiamo di saperlo, a prescindere
dal suo parere.
Noi non lo ascoltiamo, a volte neppure lo
interroghiamo e sappiamo già cosa voglia, “immaginiamo ed elucubriamo” quali
siano i suoi “bisogni”….sembra strano? NO, è pazzesco!
Diamo per scontato che se è insoddisfatto il
problema….è lui. Prima lo rendiamo “muto” poi “pazzo” e poi, se il prodotto non
va si cerca di trovare il colpevole (ci arrovelliamo a risolvere un problema
che abbiamo generato noi stessi, come succede nell’80% dei casi in fatto di
problemi aziendali) ..forse è stata la produzione, forse Ricerca e Sviluppo, forse,
qualunque altra cosa ma,... ma non pensiamo mai ai presupposti: “Non abbiamo
chiesto AL NOSTRO PATRIMONIO cosa vuole”
Quindi, di fronte alla necessità di creare
prodotti che “si vendano” cercate di interrogare i vostri potenziali clienti.
Se il prodotto soddisfa dei bisogni sarà di
successo o, almeno, avrà alta probabilità di successo.
Certo, i migliori riescono addirittura a
indurre bisogni facendo nascere prodotti che precorrono i tempi e stimolando il
mercato ad evolvere.
Alcuni invece, i più bravi, lavorano sulle
possibili applicazioni del prodotto così scoprono che quel determinato prodotto
ha potenziali clienti che altri, non avevano minimamente individuato come
possibili fruitori.
Trattare il cliente come patrimonio significa
trattarlo come input nel processo di elaborazione di nuovi prodotti. E… il
cliente interno? Sappiamo sempre chi è e cosa vuole?
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