Avere stima di se stessi per avere stima degli altri

L'autostima ci porta a vedere in maniera diversa la realtà,
e questo non significa vivere nel paese dei balocchi
La parola stima deriva dal latino estimare che significa valutare. Quindi per stima di sé intendiamo il valore che ogni individuo da a se stesso. Secondo alcuni studiosi, André e Lelord la stima e l'autostima dipendono dall'equilibrio di tre fattori:

  • l'amore di sé;
  • la visione di sé;
  • la fiducia di sé.
L'amore di sé: è un sentimento incondizionato per noi stessi che ci permette di apprezzarci nonostante i limiti e difetti. Ci aiuta a superare le difficoltà e consente di riprenderci dopo aver fallito, senza impedirci di soffrire. L'amore di sé è la base della stima in se stessi e dipende in buona parte dall'amore che abbiamo ricevuto dalla nostra famiglia quando eravamo piccoli. Si traduce nel rispettare se stessi qualunque cosa accada.
La visione di sé: è la capacità di guardare a noi stessi, l'autovalutazione delle nostre qualità e dei nostri difetti. Una visione positiva ci fa sentire sicuri, mentre una visione negativa ci rende disorientati e fragili. La visione di sé che bisognerebbe avere è credere nelle proprie capacità e nel futuro.

La fiducia in noi stessi: è il pensiero di essere capaci di agire bene in situazioni particolari, senza eccessivi timori di eventuali insuccessi o del giudizio altrui. Serve a mantenere e sviluppare la stima di sé.

Altri elementi sono necessari per aumentare o possedere la stima di sé stessi. Ma non vogliamo fare un trattato di psicologia. Voglio solo concludere dicendo che, avere una buona considerazione delle proprie capacità, agisce come una specie di sistema immunitario che consente di affrontare in modo efficace la vita e di superare gli inevitabili insuccessi. Al contrario, una considerazione negativa di se, determina insicurezza e minore capacità di reagire di fronte agli insuccessi.

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