La cultura dei diritti acquisiti

Prima o poi quel tronco sarà intriso d'acqua e ti porterà giù
Voglio riportare un'email ricevuta da un titolare di azienda qualche tempo fa: "Dirigo un'azienda di 14 persone, dove i dipendenti sono molto coccolati: festeggiamo i compleanni, nascite, eventuali matrimoni e ci dimostriamo sinceramente interessati gli uni agli altri, sia a livello personale sia a livello professionale. Eppure si lamentano in continuazione. Dicono che ci sono troppi giochi politici, che le ricompense sono scarse e così via. Non so cosa fare, perchè a quanto pare non c'è nulla che li renda felici".


Lascia perdere, Andrea (è il nome di chi ha scritto l'email). Pur con le migliori intenzioni, hai creato la classica cultura dei diritti acquisiti, in cui tutti i collaboratori hanno una percezione capovolta dei ruoli. Pensano che sia tu a lavorare per loro.

Questo fenomeno non è particolarmente raro, anche se tende a prevalere nelle piccole organizzazioni, dove è più facile che i dipendenti sviluppino dei rapporti informali,quasi familiari, con i loro capi, che dal canto loro confondono spesso e volentieri i due piani.

Alla fine, questa simpatica familiarità può diventare un boomerang, come sta succedendo a te e ai tuoi capricciosi dipendenti.

Conta poco, tuttavia, sapere come hai fatto a ritrovarti in questa situazione. L'unica cosa che conta è uscirne in fretta; e la prima persona con cui deve essere sincero sei proprio tu. Dirigi un'azienda, non un circolo ricreativo o un servizio di assistenza alla persona. La tua priorità numero uno è conquistare il mercato, per poter continuare a crescere e a creare opportunità per i tuoi dipendenti. Naturalmente vuoi che siano felici. Ma la loro felicità deve derivare dal successo dell'azienda, non dalla soddisfazione di ogni minimo desiderio. Se l'azienda andrà bene grazie alle loro performance, prospereranno sia a livello personale sia a livello professionale. Non è l'opposto.

Mettiti a ragionare in quest'ottica.

Poi riunisci tutti i collaboratori e informali della tua conversione e del tuo progetto di convertire anche loro. Dovete creare, insieme, un elenco di comportamenti che possono supportare il successo commerciale. Questi comportamenti diventeranno i nuovi valori dell'azienda: le linee guida, se vuoi, a cui attenersi.

Uno dei valori, ad esempio, potrebbe essere: "Risponderemo con la massima urgenza alle richieste dei clienti", oppure, "Consegneremo solo prodotti senza difetti". La finalità di questo processo è molto semplice: aiutare i collaboratori a capire che il lavoro è... LAVORO!!!

Sentirai sicuramente grida di dolore mentre tu sarai impegnato a smantellare quella cultura dei diritti acquisiti. Anzi, alcuni dipendenti che apprezzi e stimi potrebbero anche andarsene in segno di protesta. Fattene una ragione e augura loro buona fortuna.

Scopriranno ben presto che l'erba non è più verde da un'altra parte, e tu scoprirai quanto diventa più efficace la tua azienda quando la preoccupazione principale non è "mugugnare", ma vincere.

Voglio concludere questo paragrafo dicendovi la verità: non esiste nessun Andrea che abbia scritto quell'email alla quale ho risposto. Ma è la "triste" realtà di alcune organizzazioni aziendali che cercano disperatamente di restare sul mercato, senza che il loro titolare abbia la benchè minima conoscenza di come si gestiscono i collaboratori. Questo post è dedicato a coloro che "pensano" di sapere ma che in realtà stanno distruggendo ciò che sono riusciti a costruire sino ad un certo punto e che non sanno più andare avanti: che stanno diventando come naufraghi che si aggrappano al primo "tozzo" di legno che trovano in mare aperto, senza rendersi conto che il legno pian piano sarà intriso d'acqua e che li porterà giù. E a tradirli sarà proprio quel "tozzo" di legno che avevano visto come la loro unica salvezza.

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